Tour du Rwanda 2025, polemiche per l’annullamento dell’ultima tappa – Gli organizzatori accusano la Maglia Gialla Fabien Doubey: “Non sapevamo che un solo corridore potesse impedire lo svolgimento di una corsa”

L’ultima tappa del Tour du Rwanda 2025 non è arrivata alla sua naturale conclusione. Inizialmente era avvenuta una neutralizzazione, per via di una caduta che aveva visto finire a terra più di metà gruppo, ma senza particolari conseguenze fisiche. La tappa, che contava 74 chilometri e che prevedeva il passaggio su alcune strade che saranno poi affrontate al Mondiale di Kigali 2025, era ripartita, ma alcuni corridori hanno spinto per la sospensione, data la scivolosità, a loro dire, della pavimentazione. Fra questi c’è stato il francese Fabien Doubey (TotalEnergies), che alla partenza era il capoclassifica della generale e che, per via dell’annullamento della tappa, ha di fatto vinto la corsa rwandese, ottenendo così il primo successo della sua carriera da professionista.

Secondo quel che riporta L’Équipe, Doubey aveva già fatto sentire le sue proteste prima della ripartenza. La gara aveva comunque ripreso il suo corso, anche se i corridori dovevano affrontare un vento molto forte e la minaccia di temporali. Dopo una ventina di chilometri, e con una fuga appena formatasi, Doubey si è messo in testa al gruppo e ha fermato il gruppo, mettendo gli organizzatori in una situazione in pratica senza uscita. La tappa è stata così definitivamente cancellata.

Il francese ha dato il suo punto di vista: “Sono stato portavoce di quel che si diceva in gruppo – le parole di Doubey – Tanti corridori sono venuti da me per spingermi a parlare con gli organizzatori, non potevamo correre altri rischi”. Rischi che sarebbero stati legati soprattutto ai passaggi sul pavé previsti dal percorso.

In gruppo, però, non c’era unanimità sulla questione, anzi. “A Doubey andava sicuramente bene che non gareggiassimo – il pensiero di Henok Mulubrhan, che alla vigilia dell’ultima tappa era secondo in classifica generale, a 6” da Doubey – Se avessimo corso in Europa, la gara non sarebbe mai stata fermata, per quattro gocce di pioggia”. La pensa come il corridore eritreo della XDS Astana, che era in gara al Tour du Rwanda con i colori della sua selezione nazionale, anche il belga Milan Donie (Lotto), che era quarto nella generale: “Se si cancella una gara con queste condizioni, non si dovrebbe correre mai nelle Fiandre… Il fatto che ci sia un pavé scivoloso non può impedire il fatto che si faccia una corsa ciclistica”.

A fronte della cancellazione della tappa, e della sua conseguente vittoria finale, Doubey è stato comunque multato dalla giuria della corsa: 200 Franchi svizzeri per un comportamento inappropriato e per aver danneggiato l’immagine del ciclismo. Secondo quel che riporta L’Équipe, comunque, il francese della TotalEnergies potrebbe anche essere convocato presso la Commissione Disciplinare dell’UCI, rischiando così sanzioni ancora più pesanti.

Intanto, gli organizzatori del Tour du Rwanda hanno espresso una chiara posizione: “Fin dal primo giorno abbiamo fatto tutto il possibile per garantire le migliori condizioni di sicurezza ai corridori – le parole del direttore di corsa Freddy Kamuzinzi – Non avremmo mai fatto correre agli atleti il minimo rischio. Tutto era andato bene e le squadre ci hanno fatto i complimenti per come abbiamo gestito le cose. Alla fine, però, non sapevamo che un singolo corridore potesse impedire a una gara di arrivare alla sua naturale conclusione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio